Costruttori di speranza

Tsunami
Una casa in riva al mare

Le isole che non ci sono più
Il giorno 26 dicembre 2004 mi arriva al mattino presto un telefonata allarmata. Un grande terremoto vicino a Sumatra ha innescato un’onda di proporzioni e di forza gigantesche: lo Tsunami.

Il mio pensiero va subito a quelle tranquille isole che da molti anni ho servito come Console onorario: le Maldive. In questo paese abbiamo più di 400 bambini talassemici che seguiamo direttamente.

Siamo l’unica organizzazione estera attiva (a parte quelle istituzionali, quali UNICEF ad esempio).

Le grandi ONG non hanno mai degnato di un’attenzione questo piccolo paese, fermandosi sempre all’immagine patinata di “Paradiso dei ricchi” dei cataloghi di viaggio e quindi poco pagante in termini di “ritorni di politica umanitaria”.

Mi sono sentito dire “ che bisogno hanno loro? Non si può presentare un’operazione di cooperazione con le Maldive: in Parlamento ci fucilerebbero”.

Capiamo che è difficile suscitare commozione e compassione per i bambini quando la loro terra si chiama Maldive.

E capiamo che la logica un po’ ..... dell’industria della tragedia si debba nutrire di altri scenari e di altri numeri. Semplicemente non paga abbastanza.

Noi pensiamo che avendo la possibilità per circostanze e tempi di aiutare qualcuno, in particolare i piccoli, il nostro metro di azione debba essere solo la Carità e non l’opportunità.

E così dopo la tragica conferma del disastro ci siamo messi subito in azione per organizzare gli interventi possibili e necessari.

Dopo qualche giorno siamo partiti portando le medicine per la talassemia, spazzate via dall’onda, e i primi soccorsi.

Siamo stati sulle isole distrutte e abbiamo aiutato a riaprire le scuole per i più piccoli (sulla spiaggia) per aiutarli a superare il trauma subito.

Abbiamo messo in moto la nostra rete di solidarietà affinché, consolati, non si sentissero soli e abbiamo cercato di provvedere alle tante necessità piccole e grandi di ogni incontro e di ogni sguardo.

Carlo Giacoma




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